CoScienza

Che ci vuole: destro, sinistro e sbadiglio. Semplice come andare al letto senza passare dalla prima puzzetta.

Al mio via!

Fischio io! “flessioni”.

Dieci giri di campo! Facciamo cinque.

Il bambino non è portato. Ma come?! si; l’hanno trasportato!

Ci penso io.

Puff.

La scienza è coscienza e, In-SiEME.

Datemi i numeri: Quali sono i numeri degli esserei umani che non lasciano l’attività sportiva ma soprattutto, l’attività, prima che la pubertà li svegli dall’incantesimo?

Ve lo dice la statistica: guardatevi intorno.

Ah, ma le qualità!? Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò.

Stregoni raggirano, spengono la luce, puntano i fari, annullano i sensi, le fasi sensibili, i carichi motori, cognitivi, ambientali, spirituali. Spengono tutto sull’onda dalla presunzione, dall’arroganza, dalla semplificazione, dalla tecnica mercantile. Abortiscono creatività.

Sponsor in cerca di visibilità stampati su casacche “gratis” che parlano di ferramenta. Lupi travestiti da agnelli che smistano imbrogli. Adulti fermi nell’adolescenza che urlano sul futuro dei figli.

Tutto ciò è prassi fuori dagli schermi, è la regola informale per dimostrare il sorriso migliore.

Vorrei farvi conoscere Anna, Sabrina, Rebecca, Gianmarco, Lorenzo, Roberto, Sara.

Accomunati fino a un certo punto, da frustrazioni, apaticità, mortificazione.

Anna, campionessa nazionale di canottaggio. Tra le prime dieci nell’anno 2018/2019, oggi ha cambiato idea. Perché le chiedo? La vita è altro, dice tra l’imbarazzo. Chapeau

Va, vi racconto un pochino gli altri:

Lorenzo. Ha sette anni, con dieci chili in più. Famiglia sedentaria, lui fra tante speranze, finito in una mischia di figli di, che dopo al primo segnale d’arresto, data l’inadeguatezza contestuale, si è liberato fortunatamente con il pianto di tutto e tutti.

E poi Rebecca, ginnasta dai cinque anni, arrivata ai dodici, troppo alta.

E Gianmarco, osannato per tutto il minivolley (minivolley, come se sia uno stato di inferiorità) e poi disperso tra muri non più inefficaci per la sua altezza.

E ancora Roberto con le sue crisi asmatiche prima di ogni gara dei 400.

Sara e l’ansia dopo l’esclusione per l’arrampicata, lei che non ha mai sentito parlare, né peggio ancora, giocato sugli schemi motori di base.

Sabrina e il suo sentimento di colpa ad ogni prestazione al di sotto dei tempi della mamma.

Soggetti smarriti nella sindrome del drop out che, fino a quando smettono di lasciare lo sport, ce ne può fregar di meno, ma, quando smettono di credere in se stessi, quando smettono di sperare che ci sia un posto sicuro anche per loro, quando perdono la fiducia nelle opportunità di rivelarsi così come sono in divenire, quando perdono tutto ciò, si ritrovano nel morire nella depressione esistenziale.

Sciocchezze Rocco e le alternative?

Quante ne cerchi.

Piaget, Bruner, Vygotskij, Montessori, Jung, Dewey Heidegger, Rosseau, Rodari, Bach, Germani, Crepet, Recalcati, Bergonzoni, Scardovelli, Guzzi, Dostoevskij, Hugo, D’avenia, Rimbaud, Capobianco, Regis, Baggio, Cremonini, Anna etc… sono solo alcuni dei noti compositori dell’insieme agire educativo e formativo dell’uomo attraverso qualsiasi strumento vivo a disposizione.

E poi soprattutto, ascolta, non è mai abbastanza, la vocina della CoScienza.

Alleniamoci!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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